
Dipingere l’Ovest, lo stile Yokohamae.
Lo stile Yokohamae è un sotto genere della produzione di ukiyoe che divenne famoso a metà del diciannovesimo secolo, subito dopo l’arrivo degli stranieri in Giappone. Queste stampe presero il nome dall’omonima città che per prima ospitò le comunità europee e americane stabilitesi nelle coste orientali della nazione. Benché non sia conosciuto quanto gli ukiyoe più canonici, questo stile sta risvegliando sempre più un certo interesse fra studiosi e appassionati, sia per l’unicità dei suoi soggetti che per le accurate rappresentazioni storiche della realtà straniera nel Giappone del tardo periodo Edo.
Con l’arrivo del Commodoro Matthew Perry e le sue “navi nere” nella baia di Edo e la firma dei trattati di Kanagawa nel 1854, il Giappone pose ufficialmente fine alla sua politica isolazionista e unirsi a quel contesto coloniale di cui Europa e America facevano parte già da tempo. Nonostante i nuovi accordi, le autorità giapponesi rimasero ancora dubbiose nei confronti degli stranieri, perciò decisero che l’unica zona a poter ospitare i commerci internazionali fosse la piccola cittadina di Yokohama, all’epoca poco più di un villaggio di pescatori. Il sito venne scelto principalmente per la sua posizione strategica, in quanto abbastanza vicino a Edo, ma non così vicino da permettere agli stranieri l’ingresso nella capitale. Di conseguenza, nuovi quartieri iniziarono a essere costruiti nelle aree portuali di Yokohama, destinati a ospitare i commercianti esteri con le loro famiglie. La comunità d’oltremare era composta in maggioranza da persone provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia e Paesi Bassi. Oltre agli edifici residenziali, i nuovi distretti previdero anche la costruzione di magazzini per il deposito della merce e di strutture destinate alle varie attività commerciali. I quartieri per stranieri e quelli giapponesi erano separati dalla strada principale di Honchōdōri本町通り, la quale divenne in breve tempo un dinamico punto di scambi fra giapponesi, stranieri e membri della comunità cinese di Yokohama.

Per poter registrare più da vicino la rapida crescita di questo clima internazionale, lo shōgunato decise di far arrivare da Edo un gruppo di artisti di ukiyoe con l’obiettivo di realizzare alcune stampe che raffigurassero il nuovo assetto urbano della città. I primi soggetti degli Yokohame furono quindi i nuovi quartieri, le nuove strutture portuali e alcune scene delle attività mercantili.


Tuttavia, i pittori di Edo si ritrovarono presto a dover soddisfare anche un altro tipo di richiesta. I nuovi paesaggi di Yokohama, infatti, avevano ottenuto una certa popolarità fra le persone comuni, in quanto unico mezzo che la popolazione al di fuori di Yokohama aveva per poter entrare in contatto con questa realtà così esotica. In ogni caso, anche gli abitanti stessi di Yokohama non smisero di subire il fascino degli stranieri, nonostante passassero gran parte della giornata in loro compagnia.
Oltre alla loro fisionomia, ciò che più incantò la popolazione locale furono in particolar modo i loro abiti e il loro modo di vivere. Fu proprio per questo che molti artisti di ukiyoe decisero quindi di abbandonare per qualche tempo i loro soggetti tradizionali e di iniziare a dipingere la quotidianità dei quartieri stranieri di Yokohama. Tali stampe venivano solitamente pubblicate in alcuni giornali nazionali e riviste e offrivano spesso delle brevi descrizioni degli usi e costumi della comunità straniera.

Fra tutti gli artisti dello stile Yokohamae, i più produttivi furono senza dubbio quelli appartenenti alla scuola Utagawa. Utagawa Sadahide in particolare dedicò gran parte della sua carriera artistica alla realizzazione di questo tipo di stampe. Conosciuto per avere una mente fuori da ogni schema, Sadahide iniziò la sua formazione come tradizionale pittore di ukiyoe, ma il suo profondo amore per le estetiche di oltremare lo portò a diventare l’artista più iconico di Yokohamae. Uno dei suoi lavori più rinomati è una collezione di xilografie in tre volumi pubblicata nel 1862 con il nome Yokohama kaikō kenbun shi横浜開港見聞誌, Annotazioni di cose viste e sentite a Yokohama. Le sue stampe avevano l’obiettivo di dimostrare come la natura umana seguisse lo stesso percorso a prescindere da dove si venisse. L’amore che Sadahide nutriva per le culture estere lo portò addirittura ad affermare che:
“alcuni Occidentali […] non sono poi così diversi dai giapponesi in termini di bellezza, sia del viso che di fisico (eccetto, ovviamente, per il colore degli occhi) e che molti Americani, soprattutto, sono esattamente come i giapponesi”



I temi più raffigurati della scuola Utagawa erano genralmente i scene di vita nei quartieri stranieri, uomini e donne provenienti dalle “cinque nazioni” impegnati nelle loro attività quotidiane. La precisione maniacale con cui gli artisti dipingevano gli intricati dettagli di abiti e accessori indossati dai loro soggetti è indubbiamente degna di nota; l’ispirazione veniva presa, con tutta probabilità, da riviste di moda europee come The Illustrated London News. In questo modo gli artisti riuscirono a enfatizzare le imponenti dimensioni delle crinoline e della silhouette data dai corsetti. Inoltre, negli Yokohamae della scuola Utagawa, le donne statunitensi venivano spesso raffigurate con un singolare cappello la cui forma ricordava vagamente un’ananas. Il motivo di questa iconografia è probabilmente dovuto al fatto che gli artisti avessero preso spunto dal profilo femminile stampato su una moneta proveniente da quella nazione. Tuttavia, ciò che più colpisce di queste stampe è la fisionomia con cui i soggetti umani venivano dipinti, in quanto i tratti somatici erano del tutto simili ai personaggi degli ukiyoe più classici, crea con gli abiti, rendendo così il contrasto con gli abiti ancora più evidente.
Oltre alla comunità delle cinque nazioni, gli artisti Utagawa rappresentarono anche persone provenienti da varie nazioni nazioni asiatiche, come la Cina o l’India. I soggetti cinesi degli Yokohamae appartenevano soprattutto alla comunità cinese di Yokohama, che costituiva una dinamica realtà del business internazionale di quell’epoca, mentre i soggetti indiani erano quasi esclusivamente servitori dei commercianti europei.

La rappresentazione di questo innovativo scenario internazionale nelle xilografie Yokohamae contribuì enormemente nell’avvicinare il Giappone alla nuova realtà d’oltremare; per di più, da un punto di vista storico, questo stile di stampe offrono una preziosa testimonianza sia di come venne realizzata la città di Yokohama per come è conosciuta oggi, sia delle dinamiche che modellarono il passaggio dall’epoca Edo a quella Meiji.
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